Taccuino di cinque anni by Gabriel García Márquez

Taccuino di cinque anni by Gabriel García Márquez

autore:Gabriel García Márquez [García Márquez, Gabriel]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2020-04-30T22:00:00+00:00


Quel che non indovinò l’oracolo

Il giovedì andammo a consultare l’oracolo. Alle sette di mattina prendemmo ad Atene un autobus con l’aria condizionata e tre ore dopo eravamo a Delfi, la patria dell’oracolo, la città sacra di Apollo che fu ai suoi tempi l’ombelico del mondo. L’autobus era pieno di gringos addomesticati che seguivano molto attentamente su dépliant a colori le spiegazioni che la guida greca ci faceva nel suo inglese quasi immaginario.

In realtà, la lingua universale non è l’inglese, bensì l’inglese parlato male. Se lo si parla bene non si troverà chi capisca quel che si dice. Durante le lunghe pause senza informazioni ci lasciavamo narcotizzare dalla musica universale, che non è quella di Mozart, come dicono gli intenditori, ma quella musica infinita da cattivi intenditori che risuona senza misericordia in tutti gli ascensori del mondo.

Il viaggio fu lento, prudente, perché gli autisti greci vengono istruiti a prendere il loro lavoro con calma per non spaventare le signore anziane che provengono dal Nevada, dal Maryland, dal Kentucky, accompagnate da vecchi mariti che talvolta non sono loro, ma prestati di nascosto per giocare all’amore autunnale dopo avere consultato l’oracolo. Viaggiavamo lentamente attraverso assolati campi di grano e ulivi millenari, e poi lungo dirupi impressionanti dove volavano certi uccelli enormi e scuri che in epoche migliori erano stati le aquile di Zeus. A un certo punto, la guida si azzardò a dire: «A destra potete vedere una torre del secolo XV». Lo disse con una certa vergogna, e a buona ragione, perché in un paese in cui ci si ritrova d’improvviso a mangiare con un cucchiaio del VII secolo a. C., un pezzo di torre come quella non ha più interesse di un distributore di benzina. Tuttavia, le guide fanno il loro dovere, perché i turisti aspettano di sentirsi dire tutto in cambio del denaro che pagano, e comunque, se le guide non lo dicono i turisti domandano. Per questo, ogni volta che arrivo per la prima volta in una città, mi iscrivo a un programma turistico e mi tolgo il pensiero una volta per tutte. A partire da quel momento, so che tutto quanto vedrò devo scoprirlo con i miei mezzi, visto che conosco già tutto quanto è conosciuto. Anzi, a Città del Messico, dopo averci vissuto per vent’anni, mi iscrissi a un tour solo per la curiosità di sapere come mostrano la città ai turisti, e mi stupii per tutte le cose che erano passate inosservate sotto i miei occhi di residente.

Tuttavia, devo riconoscere che mi interessa più la leggenda che la realtà storica, e di conseguenza, in Grecia mi interessa più Omero che Erodoto. Proprio per questo, durante la mia visita all’oracolo mi interessavano più le fonti del dramma di Edipo che la storia di tanti tiranni che avevano trovato in quel luogo la loro disgrazia o la loro fortuna. L’emozione cominciò nel corso del viaggio, quando la guida disse: «In questo luogo, secondo la leggenda, Edipo uccise il re Laio, suo padre». Ma questo fu l’unico accenno che venne fatto durante tutto il viaggio.



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